Innanzitutto, è necessario affrontare la questione della ripartizione delle risorse. Il Piano prevede una notevole spesa complessiva, ma non viene spiegato con che criteri di scelta sono stati distribuiti questi fondi tra le diverse scuole e i diversi progetti. Non risulta considerato un equilibrio tra le esigenze delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado a mezzo di un dialogo diffuso, che coinvolga anche le famiglie e i ragazzi al fine di adottare le scelte comunali migliori in ordine alle proprie funzioni amministrative di “assistenza scolastica”.
Mi preoccupa la mancanza di impegno del Comune in termini di proposte di strumenti utili all’innovazione del Piano. Viviamo in un’era digitale e la nostra politica dovrebbe assistere nella ricerca delle migliori risposte alle nuove esigenze e opportunità che da questi strumenti emergono. Sono troppo poche le attenzioni del Comune ad un dialogo in termini di supporto per eventuali progetti che favoriscano l’uso delle nuove tecnologie digitali nello studio e come opportunità di apprendimento. Non esistono nemmeno riflessioni politiche  a seguito di un percorso di ascolto sugli strumenti erogabili, per favorire percorsi formativi alternativi o interdisciplinari che preparano i nostri studenti al futuro, si ripercorre la strada degli anni passati, senza dare alcun input di riflessione politica concreta alle necessità dei ragazzi; in particolare ai bisogni che nascono da un’attenta analisi, della realtà che li vede protagonisti tutti i giorni; e delle sofferenze che li colpiscono, in maniera diversa rispetto al passato, a causa di una società sempre meno partecipata nelle piazze e sempre più nei social.
L’autonomia scolastica, non significa lasciare le scuole sole nella ricerca di soluzioni, ma al contrario dare tutto il supporto possibile al fine di consentire alle stesse di adottare le migliori soluzioni e aderire a possibili servizi, ricevendo dal comune la doverosa assistenza amministrativa a cui il comune è per primo vincolato. In base al principio di sussidiarietà, e cioè in quanto ente più vicino, il Comune è il primo ente incaricato di dare il dovuto supporto. In questa direzione non risulta nemmeno esserci stato un impegno politico sufficiente al dialogo tra Comune, insegnanti, genitori, studenti e famiglie. L’attento ascolto delle loro voci, è fondamentale per garantire che gli Istituti ricevano una piena assistenza amministrativa, al fine di consentire che l’autonomia delle decisioni degli istituiti goda del maggior numero di strumenti possibili, al fine di concretizzare un Piano al diritto allo studio inserito in una più ampia visione politica e amministrativa capace di rispondere su più livelli alle istanze ricevute e alle esigenze della nostra comunità.
Nemmeno si è lavorato in un’ottica di confronto, l’atteggiamento di scontro portato avanti da questa maggioranza si riflette sistematicamente nella triste gestione delle commissioni, che anziché luogo di confronto vengono ridotte a mero passaggio burocratico. Basti osservare che la commissione Servizi alla Persona – Sport – Cultura e Tempo Libero in un intero anno si è riunita una sola volta per il tempo totale di 50 minuti.
Un’altra area di preoccupazione riguarda l’accessibilità dei servizi. Si parla di fondi stanziati, ma non si ragiona in un’ottica di efficienza del servizio offerto, non ci sono analisi dei risultati raggiunti e degli obiettivi perseguiti. Ci si limita a risponde alle problematiche come fossero emergenze, ma che in realtà sono situazioni da tempo note, come la ricerca di soluzioni esterne al Comune per la scuola elementare senza mensa e palestra interna. Non basta stanziare i fondi, serve anche sapere in che direzione si vuole svolgere il proprio ruolo, che cosa si deve migliorare all’interno delle politiche sociali, quale qualità di vita dei giovani si vuole trasversalmente sostenere in sinergia con i progetti indicati dagli istituti e finanziati dal Comune. Assistere nell’ambito del diritto allo studio è una grande e importante occasione di riflessione per un’azione complessiva in ambito di politiche giovanili (ma anche occasione di riflessione sul diritto allo studio complessivamente inteso, palese la necessità di aumento di competenze informatiche da parte degli anziani sempre più chiamati a utilizzare questo strumento). Queste sono solo alcune delle questioni che ritengo sarebbe stato importante affrontare per poter redigere un Piano al diritto allo studio all’altezza delle sfide contemporanee in un’ottica non solo di accoglienza delle istanze, ma anche di erogazione dei migliori strumenti messi a disposizione dal Comune. Mi spiace osservare che anche quest’anno vi sia stata, da parte della maggioranza, una trattazione del tema priva di condivisione, riducendosi come al solito l’attività della stessa commissione a una duplicazione del voto consigliare.

Intervento di Valentina Remonato, Consiglio Comunale di Rovato del 28.09.2023