Circa un anno fa ho avuto l’opportunità d’incontrare tanti giovani che, in assoluta controtendenza, rispetto alla disaffezione politica nazionale, hanno deciso d’impegnarsi per cambiare la politica del nostro Comune. Ragazzi straordinari che ho avuto l’opportunità di ascoltare nelle loro storie fatte di tanti successi, ma anche di delusioni per una società che offre una politica non all’altezza delle sfide che deve affrontare.
Tante sono state le persone che con coraggio decisero di mettere a disposizione le proprie e tante competenze, di sognare una Rovato all’altezza dei bisogni dei propri cittadini, una politica che non fosse per sé stessi, ma per gli altri.
Purtroppo si osserva, oggi, una politica che non è degna di questo nome: ogni due per tre, riafferma la propria posizione di forza ponendo al centro dell’attenzione mediatica i cittadini che osano pensarla diversamente, con l’obiettivo di mettere alla berlina chiunque esprima pubblicamente un pensiero a loro dissenziente. Questo modo di operare è indecoroso.
Sedersi al tavolo della politica è impossibile ove manchi il rispetto dei valori civili. Questa premessa di rispetto è necessaria per trovare soluzioni capaci di risolvere davvero i problemi. Senza spaventare e allontanare moltissime persone che per Rovato hanno fatto e vorrebbero ancora fare tanto.
Di seguito il testo di uno di questi ragazzi, pubblicato nel prossimo numero del Leone per la coalizione Rovato Vale, La Civica, Rovato 2020.
Non è mai semplice parlare di giovani, e non è semplice né esaustivo parlarne in così breve spazio. La mia esperienza di adolescente rovatese è stata più che mai deludente, dovendo sempre affrontare il solito ritornello “non c’è nulla da fare”, che, al di là della retorica, è tristemente vero, e il suo eco si propaga anche tra quelli che ora si trovano in questa situazione. Se però questa mancanza di iniziativa risulta difficile da scalfire e anche criticabile, si spiega pienamente col fatto che di fronte – più di una volta – ci si è trovati il nulla. Come si può notare, non è facile parlarne anche per il sorgere di delusioni in primis personali. Si tratta però di un tema incredibilmente urgente, soprattutto alla luce di questi due anni che li hanno privati della loro quotidianità scolastica, sportiva e comunitaria. Al più presto va attuato un intervento concreto verso le diverse fasce d’età per capire le loro problematiche, sia vecchie che nuove, per non lasciarli soli nel tumulto della crescita.
Ritengo che a Rovato le iniziative rivolte ai giovani ci siano, alcune di grande efficacia: la problematica è però concettuale, a priori.
Manca la volontà di rendere Rovato un paese per i giovani, che troppo spesso si disperdono una volta finite le scuole primarie creando un vuoto non solo di persone, ma anche di idee. Ci si ritrova ad adattarsi ad uno schema di vita sociale ormai stantio, dove difficilmente un adolescente può emergere o sentirsi partecipe.
Matteo Buizza