Ho preso conoscenza dei documenti prima dai giornali che dal Comune di Rovato. Ringrazio il Viceprefetto per il puntuale lavoro, conformemente ai suoi obblighi e poteri ha chiesto chiarimenti al Comune in ordine a quanto accaduto. Il nostro Comune anziché prendere l’occasione per ravvedersi ha scelto di proseguire nel comportamento, adottato in totale violazione delle norme e in assoluto contrasto con la costante giurisprudenza.
Nel parere del Segretario comunale che pubblico sul mio sito web in modo che tutti possano leggerlo si legge un ragionamento che potremmo spiegare con questa metafora: riconosciute tutte le prove per le quali la casa è quadrata concludo che la casa è tonda. Il Viceprefetto non ha chiesto di comunicarmi solo il parere, ma tutta la documentazione, quest’ultima utile eventualmente ad adire il TAR che è l’ente con il potere di annullare gli atti illegittimi. La mia richiesta via pec di ricevere il verbale della commissione ha ricevuto risposta solo successivamente alla richiesta fatta dal Viceprefetto.
Penso che risulti chiara a tutti l’assurdità compiuta dalla maggioranza nei confronti dell’elettorato di Rovato 2020, da me rappresentato quale candidata sindaco non eletta: ricordo con la sola Rovato 2020 di aver ricevuto 435 voti. Infatti, in caso di mia rinuncia entrerebbe un candidato consigliere comunale di questa lista.
Pur di impedirmi di essere capogruppo di Rovato 2020 e di togliere il simbolo sul Leone – o per meglio dire non inserirlo illegittimamente –, sono state cambiate le regole del gioco in corso di partita. Per intenderci è come se avessero annullato il goal del primo tempo, stabilendo a fine partita una regola che ad inizio partita non esisteva. Da notare che, con le stesse regole, l’attuale Presidente del consiglio, avv. Roberta Martinelli, aveva rappresentato ben due liste pur essendo entrata sola in consiglio comunale.
Penso che tutti i cittadini abbiano potuto vedere le costanti violazioni delle norme all’interno dell’ultimo consiglio comunale. Non riconoscere il mio diritto di parola dopo le mistificanti dichiarazioni di fatti a me attribuiti è stato fatto gravissimo, non potevo fare altro che uscire quando l’attacco personale è arrivato addirittura dal Sindaco e in misura ancor più grave. Hanno sentito tutti a conclusione dello streaming la bestemmia mentre il Sindaco parlava al Segretario comunale, che ricordo essere illecito amministrativo.
A livello giuridico, l’interpretazione, di fine novembre, adottata dalla Commissione sulla base del parere del Segretario non può avere effetti avverso il gruppo consiliare Rovato 2020. Faccio notare, ai non addetti ai lavori, che il Segretario non è un dipendente comunale, ma un soggetto con rapporto di servizio che cessa automaticamente l’incarico con il termine del mandato del sindaco che lo ha nominato.
Come ricordato anche dal Tar Lombardia, sede di Brescia, con la sentenza n. 31/2018, quando l’interpretazione è riferita a fatti già accaduti essa equivale a una nuova regolamentazione, dunque non può essere applicata in malam partem, cioè non può essere applicata a sfavore del gruppo Rovato 2020 già costituito nel primo consiglio comunale.
Pertanto comunico, a tutela dei principi democratici sopra espressi, che continuo a rappresentare in consiglio comunale il gruppo consiliare Rovato 2020. La scelta della maggioranza di cambiare le regole del gioco con la pretesa che le stesse abbiano effetto per il passato è atto in totale spregio del riconoscimento elettorale ottenuto dai voti di lista e dalle 295 preferenze che attraverso i candidati di Rovato 2020 mi hanno scelto consegnando direttamente il quarto seggio, ricordo che i consiglieri più preferenziati hanno ricevuto tra i 200 e 250 voti. Tutti gli atti compiuti dall’amministrazione nel senso di non riconoscere i diritti del Gruppo consiliare Rovato 2020 sono atti affetti da illegittimità, di cui l’amministrazione si assume tutta la responsabilità. Triste osservare che in un periodo tanto difficile la prima preoccupazione dell’attuale amministrazione sia stata togliermi il diritto di parola in consiglio comunale.