Caro Sindaco

Caro Sindaco Belotti,

Quando giovedì 14 gennaio annunciava “Domani su Chiari Week una mia personale e breve analisi della politica rovatese”, ci aspettavamo una riflessione politica intesa come “gestione e cura della cosa pubblica”, specialmente in un periodo complicato dal punto di vista sociale ed economico per l’intera cittadinanza. Al contrario, invece di leggere parole d’incoraggiamento, di supporto e di programmazione per i cittadini di Rovato, notiamo amaramente che la sua “breve” analisi si traduca in una mezza pagina di giornale dedicata esclusivamente all’attacco personale – prima che politico – nei nostri confronti. In particolare, citando le sue stesse parole, nei confronti di quei “giovinetti” che, a suo dire, convocando un Consiglio Comunale non rispettano “i ruoli ed i meccanismi della politica” e “che finiscono per deteriorare e per guastare profondamente la nostra città e le sue stesse istituzioni”.

Noi abbiamo sempre portato avanti una politica propositiva, con una sensibilità politica a lei sconosciuta che ha trovato il sostegno di 2.279 elettori in favore di Remonato sindaco e ben 44 candidati tra i quali tantissime persone conosciute sul territorio, lo dimostrano le moltissime preferenze individuali ottenute a cui lei oggi manca di rispetto.

Le ricordiamo per l’ennesima volta che la convocazione di un Consiglio Comunale da parte della Minoranza – se in possesso dei numeri legali – non è un favore concesso gentilmente, ma un diritto sancito dalla Legge e dai più ampi principi democratici su cui si regge il nostro Stato. Non si deteriora Rovato facendo il proprio dovere di consiglieri eletti dai cittadini, ma lo si fa calpestando il mandato elettorale quando non ci si presenta. Ricordiamo a Lei- ma soprattutto ai consiglieri di maggioranza- che secondo il nostro regolamento “Il Consigliere è tenuto a partecipare a tutte le sedute del Consiglio Comunale”. Tutte, non solo quelle in cui è sufficiente alzare la manina.

E invece, in barba a qualsiasi forma di rispetto per i cittadini e per i dipendenti comunali, i suoi consiglieri hanno preferito rimanere a casa in un Consiglio convocato a Santo Stefano dalla presidentessa Martinelli, che pochi giorni prima dichiarava alla stampa “stiamo sondando le disponibilità dei consiglieri”. Evidentemente, ai consiglieri – e alla stessa Presidentessa del Consiglio – non deve essere suonata la sveglia nel bel mezzo della cena di Santo Stefano.

Credevamo, e crediamo anche oggi, che i temi della salvaguardia del territorio e della protezione delle donne nei confronti di una violenza sempre più diffusa siano temi che non interessino solo una parte politica, ma che debbano essere condivisi da tutta l’Amministrazione. E il luogo legittimato per discutere questi temi è il Consiglio Comunale per cui tutti noi consiglieri siamo stati votati. Non presentarsi a fare il proprio lavoro in Consiglio Comunale è esattamene contrario a quello spirito di collaborazione tanto invocato solamente sui giornali.

Accampare scuse ai limiti della credibilità (il gettone di presenza) e dopo pochi giorni riconvocare un Consiglio Comunale per annullare le mozioni discusse a Santo Stefano significa – oltre che una doppia spesa per il Comune- non rispettare chi quel giorno ha fatto il proprio dovere (dipendenti comunali inclusi) e l’intera cittadinanza. Perché se, come pare dalle vostre mozioni, siete contrari all’Istituzione di uno Sportello Antiviolenza a Rovato e siete favorevoli all’allargamento della cava Bonfadina, dovevate venire in Consiglio Comunale e dichiararlo all’intera cittadinanza.

Da ultimo, ci permetta una chiusa rispetto al suo paternalistico invito a “prendere per mano questi tre giovini (…) quantomeno per evitare guai ancora più seri”. Ci sconforta leggere prediche di questo tipo, dove solo in funzione dell’età si senta legittimato a fermare i più giovani senza conoscere nulla delle esperienze, dei curricula e delle dinamiche altrui. L’esperienza è un valore, l’arroganza no. Mentre ovunque i giovani stanno cercando di cambiare il Mondo e le storture di cui non si sentono responsabili, Lei tratta dei giovani eletti direttamente dalla cittadinanza come dei bamboccioni in mano a chissà quali poteri oscuri. Le sue parole gravi non ci ledono dal punto di vista personale, ma ci preoccupano per l’esempio educativo che il nostro Sindaco offre alle giovani generazioni.

I consiglieri Remonato, Zoppi, Fogliata, Buffoli.