Mentre molti sindaci emettono da inizio pandemia ordinanze per tutelare la salute dei propri cittadini, qui a Rovato, salvo rara e incerta eccezione, tutto tace. Intanto nell’ultimo consiglio comunale il Sindaco ha consegnato deleghe a tutti i consiglieri di maggioranza rassicurando che “non sono deleghe esecutive”: pertanto nessun rischio di confusione in capo al medesimo soggetto del ruolo di controllore e di controllato, ma un mero contributo di studio.
Visto che così è stato spiegato si attende di sapere in consiglio i frutti dello studio assegnato ai consiglieri delegati, in modo da poter svolgere correttamente in consiglio l’attività d’indirizzo e controllo politico-amministrativo partecipando, come per legge previsto, alla verifica periodica dell’attuazione delle linee programmatiche da parte del Sindaco e dei singoli assessori.
Si è assistito a un continuo non dare alcuno spazio di discussione in sede istituzionale alle minoranze, un mancato rispetto che ha portato a decisioni orientate a non coinvolgere neppure in un momento difficile come questo, dove l’unità avrebbe dovuto essere la parola d’ordine. Intanto si osserva la drammatica crescita del numero di persone che si rivolgono ai servizi sociali. Proprio ora si decide di creare un debito di vent’anni per ottenere poco meno di 3 milioni e mezzo da destinare al mercato coperto (area mercatale) e di aumentare l’imposta (IRPEF) con esclusione della sola fascia fino ai 18.000 euro di reddito.