Oggi è la giornata internazionale della donna, un giorno di riflessione più che di festa. Gli effetti della pandemia hanno colpito le donne più degli uomini, i dati Istat, diffusi a febbraio, parlano chiaro.
Una giornata che in questo anno ci ricorda ancora di più quanto le conquiste politiche, economiche e sociali non possano essere date per scontate.
È necessario continuare a lavorare per proseguire in un progresso culturale che porti l’uguaglianza delle persone, che deve essere sostanziale e nei fatti, non solamente di forma.
Partire dal riconoscere le diverse necessità per dare le giuste soluzioni. Servono servizi che consentano alle donne di poter lavorare ed essere mamme senza costringere a rinunciare all’uno o all’altro. Serve pensare a una società dove i bambini e i giovani siano al centro delle politiche a tutti i livelli e non un argomento delegato ai genitori, alle madri che, lasciate sole, hanno dovuto in questi mesi rinunciare al proprio lavoro.
È compito di ciascuno, in tutti i luoghi, dai consigli comunali ai luoghi di lavoro, rispettarsi e trattarsi da pari. Donne e uomini hanno uguale dignità sociale e devono adoperarsi nell’ottica di rendere attuato l’obiettivo del nostro Stato, impegnato, senza distinzione di sesso, a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
È triste osservare quanto troppo spesso questo obiettivo venga dimenticato: quanto lavoro insieme dobbiamo ancora fare per diventare uomini e donne liberi dai pregiudizi, liberi di contribuire pienamente al progresso del nostro paese.